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Progetto d’illuminazione: Marco Miglioli ArchiLight Studio.
Committente: Provincia Autonoma di Trento, Castello del Buonconsiglio. Progetto dell’allestimento: Luca Rolla e Alberto Bertini. Curatela: Laura Dal Prà, Marina Carmignani e Paolo Pieri. Installazione multimediale: Stefano Benedetti Computer Grafica. Fotografie: Andrea Ceriani.
CASTELLO DEL BUONCONSIGLIO | TRENTO | ITALIA

LIT LIGHTING DESIGN AWARDS 2022
Progetto vincitore
Per la prima volta una mostra racconta l’evoluzione del gusto e delle tecniche artigianali e sartoriali europee che si sono sviluppate durante il secolo che traghetta lo stile gotico verso quello rinascimentale.
Il progetto d’illuminazione della mostra è stato studiato per far emergere, attraverso un delicato gioco di luci e ombre, la trama e i colori delle opere tessili e pittoriche esposte.
Le preziose opere esposte – piviali, pianete, rare dalmatiche con ricami in seta variopinta, preziose stoffe fiorentine e veneziane dai molteplici ornati o semplici frammenti e scampoli di esse – sono accompagnate da dipinti su tela o disegni su carta che raffigurano momenti di vita del Quattrocento e Cinquecento i cui protagonisti sono i tessuti.
Il progetto prevede tre principali sistemi di illuminazione: il primo, studiato per le opere tessili esposte su supporti verticali, il secondo studiato per i tessuti collocati, per ragioni conservative, su ripiani orizzontali e infine il terzo dedicato ai dipinti.
Poiché le opere sono per la maggior parte classificate come altamente sensibili alle radiazioni dello spettro luminoso, il progetto è stato sviluppato in modo da salvaguardare lo stato di conservazione dei fragili reperti esposti, senza perdere tuttavia gli effetti creati dai diversi equilibri luminosi che guidano il visitatore lungo il percorso museale.
Attraverso la luce si sono voluti esaltare gli ori dei tessuti e quelli dei fondali delle tavole dipinte, affinché l’occhio del visitatore fosse richiamato dallo splendore dei loro riflessi. Per la teologia del tempo, infatti, la luminosità dell’oro rappresentava la luce divina che tutto trasfigura e avvolge, fugando le tenebre del peccato.
La conformazione dello spazio e la posizione delle opere hanno richiesto la progettazione di particolari strutture che potessero fungere sia da supporto per i corpi illuminanti, riservati all’illuminazione delle opere esposte, sia da sede per un sistema destinato ad illuminare le volte affrescate che, grazie alla luce da esse riflessa, contribuisce a rischiarare i percorsi della visita.