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Progetto d’illuminazione: Ferrara Palladino Lightscape con Marco Miglioli.
Committente: S.E.A. s.p.a. Progetto di architettura e ristrutturazione: One Works e G. Caccia Dominioni.
Realizzazione degli apparecchi d’illuminazione: Eleber e Vegatech. Fotografie: Max Pintus.
VARESE | ITALIA
L’intervento di ristrutturazione e valorizzazione degli interni dell’aerostazione di Milano Malpensa, che ha nella nuova illuminazione il suo fulcro, coinvolge sia la zona delle partenze non Schengen che quella dell’Atrio Arrivi del principale aeroporto del Nord Italia.
Atrio Arrivi
Passando dalla sala “nastri ritiro bagagli” all’Atrio Arrivi, lo sguardo è richiamato verso l’alto dove uno spazio a doppia altezza termina in una lunga facciata vetrata.
Dai pilastri che sorreggono questo grande volume spicca il volo una teoria di ali che, illuminando il soffitto e di riflesso il calpestio, contribuisce a rischiarare l’ambiente.
Le “ali”, che nella forma ricordano aquile di mare, sono costituite da un guscio in fibra minerale al cui interno è incastonata una serie di elementi luminosi triangolari. La posizione di questi triangoli, grazie a un sofisticato sistema meccanico, può essere tarata singolarmente per indirizzare la luce dove serve.
L’Atrio Arrivi è inoltre illuminato da 160 apparecchi d’illuminazione, appositamente disegnati e incassati nel controsoffitto. La loro superficie, leggermente arretrata rispetto al filo del controsoffitto, è stata verniciata di nero per far risaltare la loro presenza e mascherare i gruppi ottici e le sorgenti luminose. Essi sono installati all’interno di moduli cilindrici e, variando di numero a seconda delle esigenze, fanno apparire il soffitto come se fosse un tavolo da gioco coperto da tessere di domino.
La nuova tecnologia impiegata per la costruzione di questi apparecchi, nonché l’ottima dispersione del calore tramite dissipatori “heat pipe”, ha permesso di ridurre il numero dei punti luce rispetto al precedente progetto, favorendo una maggior pulizia nel disegno del controsoffitto. Tutto questo, unito ad un sistema di controllo della luce, consente di regolare gli elevati flussi luminosi in base alle stagioni e all’apporto della luce solare esterna. Ciò ha permesso inoltre di ridurre i consumi totali.
Partenze non Schengen
L’area delle Partenze non Schengen è l’ultimo lembo di suolo europeo che i viaggiatori percorrono prima di decollare.
Il nuovo progetto di quest’area richiama alla mente il corso principale di una città italiana, inframezzato da due piazze, su cui si affacciano negozi, caffetterie e chioschi. La soluzione luminosa proposta crea un’area caratterizzata da un’atmosfera accogliente e vivace che la discosta dai restanti corridoi delle partenze.
Il progetto d’illuminazione non si è limitato alla realizzazione di apparecchi d’illuminazione su misura, ma è partito dal ridisegno di un nuovo controsoffitto, strutturato in modo da modulare i rapporti tra pieni e vuoti, tra parti in luce e parti in ombra. La distribuzione della luce al suolo, pur rispettando i livelli dettati dalla normativa, non è pertanto uniforme come nel resto dell’aerostazione, ma è studiata per rendere lo spazio vivo e stimolante.
Gli apparecchi d’illuminazione, appositamente progettati per questo spazio, sono nascosti all’interno di alcuni prismi rastremati, integrati nella struttura del controsoffitto e disegnati in modo da fungere anche da riflettori della luce. Alcuni di questi apparecchi d’illuminazione su misura assolvono inoltre il compito d’illuminare lo spazio in caso d’emergenza.
Il colore della luce è stato scelto in modo da rendere l’area delle partenze non Schengen più calda rispetto al resto dell’aeroporto, in relazione alla tipologia di attività commerciali presenti.
Prismi “luminosi” o ciechi, pannelli microforati o lisci ed elementi disegnati per accogliere impianti tecnici – anemostati, diffusori e dispositivi acustici – si muovono liberamente sulla superficie del soffitto creando un ambiente vibrante e inaspettato, punteggiato di luccichii.