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Progetto d’illuminazione: Ferrara Palladino Lightscape con Marco Miglioli.
Committente: Fondazione Memoriale della Shoah di Milano. Progetto di architettura: Morpurgo de Curtis Architetti Associati. Consulente scientifico per i restauri: Gian Paolo Treccani. Progetto di acustica: Cesare Trebeschi.
multimedia: Kooa. Realizzazione degli elementi in metallo: Bagatti Bronzisti. Fotografie: Andrea Martiradonna, La Presse, Morpurgo de Curtis e Marco Miglioli
Riconoscimenti: IN/Architettura 2020 Premio Nazionale, IN/Architettura 2020 Premio Regionale, Medaglia d’oro all’architettura italiana V ed.
MILANO | ITALIA
Il Memoriale della Shoah sorge nel luogo esatto da cui partirono i treni diretti ai campi di concentramento, l’unica stazione di partenza dei treni della morte rimasta intatta in tutta Europa.
L’esperienza della visita inizia nel grande atrio d’ingresso, dove un muro recante la scritta “indifferenza” cela alla vista l’interno dell’edificio. INDIFFERENZA si riferisce all’indifferenza che inizia nel 1938, quando vengono emanate le leggi razziali.
Nell’atrio del Memoriale la luce artificiale si mescola con la luce del giorno che penetra dalle grandi pareti vetrate.
Uno spazio ancora illuminato dal sole, dalla vita, dalla quotidianità, mentre oltre al Muro lo spazio si fa più buio e il visitatore s’immerge nella tragica memoria del passato.

Banchina delle deportazioni e vagoni. Il colore caldo e ambrato della luce è stato creato con una miscela di sette LED diversi per simulare una vecchia lampada al sodio
Il rumore del treno è la colonna sonora di questo ambiente.
La luce, che illumina i vagoni della stessa epoca e dello stesso modello di quelli usati per le deportazioni, varia d’intensità in relazione alle vibrazioni dei treni attuali che passano sopra il soffitto.
Il nuovo progetto per un luogo di profonda valenza simbolica, dovendo testimoniare la disperazione di tante persone ridotte a corpi destituiti di storia e di dignità, vuole far risuonare il corpo attraverso vibrazioni sonore e luminose.
Oltre il Muro dell’indifferenza si aprono due lunghi spazi: lo spazio mostre e il corridoio centrale. Quest’ultimo è illuminato con una luce non omogenea, a prima vista non convenzionalmente corretta e con forti passaggi tra chiari e scuri, ma necessaria a trasmettere una sensazione di angoscia e timore nell’addentrarsi nel buio.
Il luogo più eclettico è lo spazio mostre dove la luce dapprima tagliente e disturbante viene di volta in volta addomesticata, modificata e indirizzata sulle opere e i reperti mostrati.
Fanno da filtro fra questi due ambienti le Stanze della Testimonianza, una serie di cubi dai lati spezzati al cui interno, in penombra, è possibile ascoltare e rivivere per mezzo di videoproiezioni le testimonianze di chi in prima persona ha vissuto quei drammatici momenti.
Il percorso della “Memoria” si conclude con il Luogo della Riflessione, uno spazio di raccoglimento a cui si accede attraverso una passerella a spirale tra due pareti in acciaio corten, apparentemente instabile, che genera nel visitatore una sensazione di fastidio e disagio.
Allo stesso modo una luce bassa crea zone nette di luce e ombra, trasmettendo un senso di precarietà nel procedere, e invita a focalizzare l’attenzione sui propri passi.
All’interno del Luogo della Riflessione un’apertura sul soffitto permette a un raggio di luce di penetrare squarciando l’oscurità: esso sembra condurre verso la speranza.
Nel piano interrato sono stati ricavati, oltre ad alcuni archivi, anche un auditorium e un’agorà dove hanno luogo eventi di varia natura (concerti, conferenze, commemorazioni). La luce, come all’interno della biblioteca, è funzionale, pur mantenendo un’intensità e una distribuzione in linea con lo spirito del Memoriale.
All’interno del Memoriale vi è anche una biblioteca, dove invece la luce assume un ruolo principalmente funzionale ed è progettata per fare risaltare l’enorme ricchezza dei libri e facilitare la ricerca dei testi. Lungo le passerelle di accesso ai volumi è stato costruito uno speciale sistema di barre metalliche al cui interno s’innestano sorgenti luminose con differenti ottiche, così che la luce illumini in modo opportuno ed omogeneo gli scaffali.